Idratazione e reintegro nello sport

L’attività sportiva è uno dei fattori che influenza il fabbisogno giornaliero di acqua. Bere adeguate quantità di acqua è infatti vitale per il nostro organismo ed essenziale per rimanere in salute e in forma. Per lo sportivo tale bisogno aumenta e deve essere compensato, anche attraverso l’acquisizione di abitudini che assicurino un corretto introito di acqua. Quando si tratta di entrate e uscite d’acqua, il nostro organismo funziona bene se si riesce a mantenere, nonostante l’esercizio fisico e altri fattori concomitanti, un equilibrio fondamentale, quello idrico. 

Se però si tratta di persone che praticano sport, la quantità di acqua da bere aumenta per compensare le perdite dovute alla sudorazione durante l’allenamento o la gara.  Il fabbisogno di acqua infatti è la quantità necessaria a compensare entrate e uscite di liquidi per mantenere l’equilibrio idrico, una costante fondamentale per la salute del nostro organismo, non solo a livello di performance mentali e fisiche, ma anche di funzionalità cardiaca, respiratoria, renale e molto di più. L’acqua è vitale perché il nostro corpo è costituito da più del 70% di quello che possiamo considerare un nutriente essenziale che come tale va integrato quando se ne consuma più di quello che si assume.

Inoltre, chi pratica attività sportiva in modo regolare dovrebbe sempre mantenersi idratato, anche quando non si allena, bevendo almeno 3 litri di acqua al giorno meglio se suddivisi nell’arco della giornata in intervalli di assunzione di 150-200 ml. Ma cosa succede se lo sportivo non si idrata in modo adeguato?

In particolare la disidratazione si manifesta con sintomi tipici:  

  • sete intensa con bocca secca e impastata;
  • una riduzione delle performance;
  • una minore resistenza e una maggiore spossatezza;
  • debolezza muscolare con crampi dovuti a riduzione dell’ossigenazione del muscolo in seguito alla riduzione della gittata cardiaca di circa un litro al minuto e dell’apporto di energia in forma di glicogeno;
  • una diminuzione dei riflessi, dell’attenzione e difficoltà di concentrazione;
  • battito accelerato, in particolare la disidratazione aumenta la frequenza cardiaca di circa 8 battiti al minuto;
  • perdita dei sensi con aumentato rischio di colpo di calore dato che la disidratazione favorisce un aumento della temperatura corporea interna di 0,2 – 0,3° C.

Per chi pratica una regolare attività sportiva di tipo amatoriale bere acqua nelle quantità indicate e a intervalli prestabiliti, nell’arco della giornata e durante l’esercizio, può essere sufficiente per evitare la disidratazione. L’obiettivo è quello di rispondere al fisiologico stimolo della sete e non ignorarlo come spesso accade, presi magari dal lavoro o dalle incombenze familiari. La sete è il campanello d’allarme che ci avverte che abbiamo bisogno di bere acqua per non disidratarci e chi pratica sport deve allenarsi a rispondere sempre al suo suono. Si consiglia inoltre di bere acqua a temperatura adeguata e non fredda per non incorrere nel rischio di una congestione.

Abbiamo visto che idratazione e sport devono sempre essere ben equilibrati per mantenere adeguate performance. Se si risponde al fabbisogno giornaliero di acqua dello sportivo le performance rimangono elevate e si allontana il rischio di disidratazione, soprattutto d’estate. La regola di base è sempre la stessa: le uscite e le entrate di acqua devono sempre compensarsi perché il nostro organismo funziona al meglio se si mantiene l’equilibrio idrico!

Lucio Cesarini (Insegnante di educazione fisica).

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Istruttore di corsi musicali Les mills bodypump e body attack,  NRG BAG, Target tone system, Istruttore di Spinning®, collaboro con FISPIN in qualità di I.S.T. (Italian Spinning Team) formatore nella diffusione del programma.
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