L’ acqua insieme al fuoco sono gli elementi più forti presenti in natura.
Il nostro corpo è formato per il 60% di acqua e nelle prime fasi della vita, durante la gestazione, l’ambiente liquido del ventre materno diventa un elemento essenziale di comunicazione e benessere per la crescita del feto.
Nel corso della crescita biologica, l’istinto innato di stare a contatto con l’acqua va a perdersi provocando senso di disagio e smarrimento andando a sfociare in una vera e propria paura.
Come vincerla?
Prima di tutto bisogna andare a fondo e far riemergere, soprattutto negli adulti, cosa ha innescato tale paura senza vergognarsene.
Qui entra in gioco la figura dell’istruttore, che ha lo scopo di instaurare una relazione di fiducia con l’utente, renderlo partecipe del percorso che si andrà a svolgere in un clima di assoluta serenità e soprattutto di sicurezza (personale e dell’ambiente circostante). L’istruttore, dove sarà necessario, entrerà in acqua con l’utente e invece per chi ha già padronanza ma poco galleggiamento verranno predisposti dei sussidi didattici.
E’ importante stimolare nuovi schemi motori in acqua, per favorire il rilassamento e il benessere psicofisico nel soggetto.
Iniziare un’attività sportiva acquatica permette di superare il carico di lavoro muscolare a cui la persona è abituata senza stressare le articolazioni. Il primo beneficio sarà sicuramente il miglioramento della respirazione consapevole attenuando il battito cardiaco accelerato e la rigidità muscolare causati dalla paura. Ogni parte del corpo entra in contatto con il fluido e solo un adeguato rilassamento potrà favorire la riuscita del galleggiamento.
L’obiettivo è imparare a vivere l’acqua come elemento essenziale di crescita e benessere, rispettando i propri tempi e senza forzare le capacità del soggetto.
Vincere le paure aiuta l’essere umano a prendere coscienza delle proprie capacità, aumentare l’autostima e uscire dalla zona di comfort incentivandolo a superare i propri limiti.